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Il ciclo statuario del teatro

Gli scavi ottocenteschi nell'area del quartiere Berga un tempo occupata dal teatro romano hanno riportato alla luce alcuni preziosi manufatti scultorei, che testimoniano lo sfarzo e insieme l'importanza dell'edificio adibito alle rappresentazioni sceniche.
Gli esempi più significativi sono quelli riconoscibili come elementi di un ciclo statuario in onore della famiglia imperiale, secondo un'usanza diffusasi già a partire dal principato di Augusto, allorché si attestano le prime forme organiche del genere, destinate in seguito a proliferare ovunque, nei territori sotto il dominio di Roma: le serie di immagini che ritraevano i vari esponenti della casa al potere, collocate in luoghi o monumenti pubblici di innumerevoli centri urbani, agivano come forti segni simbolici della presenza del principe e dei suoi congiunti, contribuendo a rafforzare il concetto stesso dell'autorità imperiale, adempiendo dunque a funzioni specifiche di propaganda ideologica.
I teatri erano sovente prescelti per questo tipo di raffigurazioni cicliche, giacché l'apparato architettonico del frontescena, o scaenae frons, ornato da sontuosi allestimenti scultorei, offriva un contesto adeguatissimo a ospitare tali statue iconiche, omaggiate e rese oggetto di venerazione con l'affermarsi del culto imperiale.
Il ciclo di Vicenza celebra alcuni personaggi, maschili e femminili, della casa giulio-claudia, gruppo familiare numeroso e articolato, che si accorpa intorno a un'ideale linea di discendenza da Cesare a Ottaviano Augusto, da Tiberio a Caligola, da Claudio a Nerone.
Una testa frammentaria è immediatamente identificabile come ritratto di Augusto, il capo cinto da una voluminosa corona, i capelli disposti sulla fronte in ciocche ricurve, secondo un tipo iconografico elaborato nell'ultimo periodo del suo lungo principato.
Una bella figura femminile panneggiata rappresenta Antonia Minore, la più giovane delle figlie di Marco Antonio e di Ottavia, che era sorella di Ottaviano Augusto; Antonia, moglie di Druso, madre di Germanico e di Claudio, è riconoscibile per i lineamenti regolari e armoniosi e per la semplice pettinatura, a due bande laterali ondulate, divise da una scriminatura centrale e raccolte sulla nuca.


Statua frammentaria di Agrippina Minore, dal teatro Berga. Vicenza

Statua frammentaria di Agrippina Minore, dal teatro Berga. Vicenza, Museo Civico Naturalistico e Archeologico di Santa Corona (foto Museo)

 

L'identità di un altro personaggio femminile viene rivelata dai pochi dettagli dell'acconciatura che le condizioni molto frammentarie permettono di osservare: i piccoli riccioli chioccioliformi sulle tempie e i boccoli a tortiglione che scendono lungo il collo sono caratteristici dell'immagine di Agrippina Minore, sorella di Caligola, moglie di Claudio e madre di Nerone.
Di notevole impatto, anche se non identificabili, perché prive della testa, due statue maschili: l'una raffigura un principe come imperator, secondo il tipo loricato, rivestito cioè di lorica o corazza in forma anatomica finemente decorata a rilievo; l'altra propone invece un ritratto maschile idealizzato in seminudità eroica, riprendendo uno schema d'origine ellenistica, ampiamente accolto nel linguaggio figurativo dell'arte romana 'ufficiale'.
Si localizza nell'area del Berga pure un altro, più precoce rinvenimento, forse effettuato già in epoca rinascimentale: un'immagine femminile acefala, che, nel presentare la figura completamente avvolta in un elegante panneggio, con la mano destra portata alla spalla sinistra, riproduce il tipo detto della Piccola Ercolanese, modello tardo-classico o proto-ellenistico, spesso impiegato per statue iconiche, soprattutto in epoca romana imperiale.

Museo Civico Naturalistico e Archeologico di Santa Corona
Contra' Santa Corona, 4
36100 Vicenza

Orari
- invernale: 10.00 - 17.00
- estivo: 10.00 - 19.00

Biglietto
- intero: 10.00
- ridotto: 8.00

http://www.museicivicivicenza.it/it/mna/